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STIPSI

Stitichezza da un punto di vista Psicosomatico

Etimologicamente il termine “stipsi” deriva dal greco styphein che significa “stretto”.

La stipsi dal punto di vista prettamente medico può avere molte cause, come uno stile di vita sbagliato, intossicazioni, abuso di farmaci, disfunzioni intestinali e così via ma, dal punto di vista psicosomatico, la stipsi, riguarda un conflitto tra l’individuo ed il mondo esterno.

La vita è caratterizzata da “dare e avere” parti di se stessi agli altri e di ricevere dagli stessi altrettanti contenuti, sotto forma di emozioni, dialoghi, scambi, per dar modo alla personalità di svilupparsi e crescere, tenendo le informazioni-emozioni utili e scartando ciò che invece diventa informazione-emozione tossica. Allo stesso modo funziona il principio del nutrimento: il corpo assorbe e trattiene ciò che è funzionale ed espelle (sotto forma di feci) ciò che deve essere eliminato perché di scarto.

Lo stitico è avvolto da una scorza difensiva e trattiene i propri contenuti emozionali senza “lasciare e lasciarsi andare”; chi soffre di stitichezza ha difficoltà a cedere parti di sé, illudendosi di essere autosufficiente e finendo, in casi acuti, ad isolarsi.

La stitichezza cronica può essere scatenata da un’educazione rigida e coercitiva, dall’impossibilità di manifestare i propri bisogni o desideri oppure se la stipsi si manifesta solo in alcuni periodi della vita può essere provocata da eventi emotivi traumatici come tradimenti e abbandoni repentini oppure da ambienti familiari conflittuali o ambienti di lavoro competitivi.

Il suggerimento principale è quello di lasciarsi andare ad un cambiamento lento ma consapevole regalando parti di se agli altri, donando emozioni e tratti personali che possano impreziosire anche le vite altrui.