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Abbatti i pregiudizi e impara a vedere in un modo diverso!

Così si concludeva il mio precedente articolo, e così vorrei intitolare questo.

Non bastano le parole per far comprendere quello che vivono i disabili visivi tutti i giorni, posso dirvi però che i ciechi vivono una vita normale, molto simile a quella dei vedenti. Le iniziative al buio proposte con la Dottoressa Gorla ruotano intorno alla sperimentazione di una realtà buia e dello stare nel e col buio per riscoprire l’importanza dell’”extra-visivo”. Extra-visivo non significa solo “sensi extra-visivi”, ma tutto quel che è fuori dal normale senso comune: la varietà di percepire e percepirsi, di vivere se stessi e gli altri con una modalità totalmente diversa da quella sperimentata quotidianamente, di percepire il tempo in maniera differente dal solito, così come lo spazio e gli individui.

Privati della vista, all’inizio ci si sente fragili, deboli, a disagio, magari in difficoltà. Le attività che proponiamo in gruppo facilitano il senso di appartenenza sia al gruppo stesso, che ad una realtà che non si conosce perché per tutti nuova. Ed è proprio l’aiuto che il gruppo dà ad ognuno che facilita la familiarizzazione con questo nuovo modo di stare con se stessi e con gli altri.

Non è strano osservare che durante tali attività si faccia fatica a fare silenzio, ma state tranquilli, anche i non-vedenti, quando si riuniscono in tanti, fanno altrettanto caos! Più siamo e più vogliamo cercarci, parlarci, comunicare e per farlo dobbiamo sovrastare le comunicazioni del resto del gruppo alzando la voce. Analogamente, avviene lo stesso quando c’è un gruppo di vedenti al buio perché si rendono conto di poter contare solo sulla voce per trovare gli amici e forse, anche per riscoprire un pezzo di sé nel mare del buio.

Questa “modalità del caos”, però, non facilita la comunicazione ma anzi, crea ancora più disagio in tutti.

Privati della vista, è ovvio che il rumore per noi possa diventare fondamentale, ma solo se è ben direzionato e dosato, quando è troppo o dispersivo, paradossalmente, ci crea ancora più disagio. E allora ben venga un traffico ordinato e magari regolato da un semaforo, ma fermate quel martello pneumatico che sta lavorando al cantiere perché crea un rumore fisso e forte che copre gli altri suoni, utili e informativi!

Per farvi capire quanto possa disturbare il caos a noi ciechi, vi propongo una metafora:

immaginate di guidare in piena notte con una nebbia fitta fitta che vi avvolge, cosa succede?

Molta parte del paesaggio si nasconde ai vostri occhi.

Considerando che un non-vedente è privo di un senso, il troppo rumore crea in noi quella che io amo chiamare la “nebbia sonora”, qualcosa che impedisce all’udito di percepire a tutto campo il mondo circostante.

Durante le nostre attività, dunque, amiamo il SILENZIO.

E’ innegabile che il buio possa, in alcuni casi, provocare ansia e panico, anche questo potrebbe, per alcuni, far parte del gioco, almeno inizialmente. Il segreto consiste nell’avere l’entusiasmo di provarci e la voglia di superare le emozioni negative, per scoprire tutto il bello che una simile esperienza può dare.

Per questo motivo, diamo alle attività che proponiamo un taglio Psicologico, la nostra presenza serve anche ad arginare eventuali disagi, sappiamo bene che andare oltre il conosciuto per qualcuno può essere una fantastica avventura, mentre per altri può essere fonte di stress.

Nei Nostri gruppi ogni sentimento è ammesso, legittimo, costruttivo per noi e per il gruppo, ognuno sarà sempre libero di esprimersi al meglio senza temere i giudizi altrui.

Alla fine si torna alla normalità, alla quotidianità, probabilmente interrogandosi su cosa sia normale, su che criteri si possano usare per definire la normalità, magari si riesce a concludere che il vedere e il non vedere sono solo due lati della stessa medaglia che, se uniti, creano un cerchio perfetto!

E allora iniziate a giocare con i vostri sensi, imparate a galleggiare in questo nuovo mondo che vi aprirà a sempre nuovi orizzonti!

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