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L’orecchio

Io mi trasformo attraverso l’ascolto interno e quello universale, io creo attraverso la parola.
Il suono crea.

Il secondo organo di senso che passiamo in rassegna è l’orecchio.
La prima cosa che ci viene in mente è sicuramente quella che l’orecchio “sente, ascolta”, infatti è quell’organo che capta le onde sonore e le trasforma in impulsi nervosi, in messaggi “udibili” dal cervello.

Raramente però, ci ricordiamo che l’orecchio contiene anche un altro apparato oltre a quello uditivo, si chiama apparato vestibolare, ed è quello che ci permette di stare in equilibrio.
Se giriamo vorticosamente su noi stessi avremo sicuramente problemi di equilibrio e di nausea oppure se siamo su una barca con lo sguardo su un punto fisso ed il corpo mosso dalle onde avremo la sensazione di vertigine e disagio: in entrambe le situazioni (ed in molte altre similari) sperimentiamo capogiri e malesseri e la colpa è dell’apparato vestibolare ed il tutto avviene nell’orecchio!
Anche se sono nella stesso organo l’apparato uditivo e quello vestibolare sono separati.

Partiamo insieme per cogliere tutte le associazioni che rimandano all’orecchio, per prima la posizione in alto, sulla testa, a rappresentare la parte di noi legata alla consapevolezza ed alla spiritualità (piuttosto che alla materia tipica del corpo e di ciò che sta in basso).

Nella tradizione orientale il suono è considerato l’origine di tutte le cose; si dice che il suono sia capace di fecondare l’anima e per questo viene paragonato allo sperma.

Insegno ai miei pazienti a fare molta attenzione a quello che dicono e a quello che pensano perché ciò che diciamo e pensiamo diventa reale per Noi, diventa Noi!

Ed ancora, la forma dell’orecchio ricorda quella di un feto nell’utero: così come i suoni provenienti dalla madre passano dalla placenta e, se sono suoni d’amore, garantiscono un’adeguata capacità comunicativa nel futuro bambino, così noi fecondiamo la Nostra anima con i Nostri suoni, quelli uditi e quelli prodotti.

Ricordate dunque che i suoni hanno la capacità di fecondare il nostro vissuto, di creare cioè uno stato emozionale che prima del suono non esisteva: il timbro della voce, le parole udite, la chiarezza, l’intensità vocale sono tutte componenti con cui noi da un elemento passivo (il suono che arriva all’orecchio) diventiamo una parte attiva.
Prendiamo qualcosa di estremamente concreto: se sentiamo un rumore, un movimento che non abbiamo mai udito in una stanza della nostra casa, saremo portati a compiere di riflesso un’azione come scappare, andare a vedere, chiamare qualcuno, eccetera… ecco che il suono ha prodotto un comportamento consequenziale, ha modificato il nostro stato e ci ha fatto compiere un’azione. Questo processo lo potete notare anche parlando o ascoltando qualcuno che parla, sicuramente il volto, la vostra postura si modificherà di conseguenza.
Si trovano numerosi trattati di valore analogico-simbolico rispetto alla proprietà creativa del suono, per esempio, nel Protovangelo di Giacomo, rispetto alla fecondazione della Vergine annunciata dall’Angelo Gabriele, si narra: “Il Verbo di Dio penetrò in lei attraverso l’orecchio e la natura intima del suo corpo fu santificata”.
Ed ancora troviamo nella fede induista, i mantra, suoni che curano se ripetuti continuamente; la parola dal valore magico più famosa è AUM detto anche OM.
Il suono è all’origine di tutte le cose, è Dio, ed ogni essere umano è anche suono, la parola dall’esterno viene riverberata all’interno ed è in grado di trasformare e portare ad un livello più elevato in Nostro Sé.
Alcune patologie del senso uditivo

Vertigini: per i cinesi era “il vento in testa”, la paura dei cambiamenti, l’incertezza di voler far tacere una parte di sé.
Il conflitto è tra quello che idealmente si vorrebbe essere, apparire, fare… e quello che l’istinto o l’emozione vorrebbe: un conflitto tra “alto”, la testa, l’ideale ed il basso, l’equilibrio, l’istinto.
La vertigine fa vacillare e girare la testa quale rappresentazione di dover rompere confini troppo rigidi e mettere a repentaglio l’intero essere.
Provate a pensare alla ricerca delle vertigini da parte del danzatore derviscio che, attraverso un movimento convulso entra in trance per trovare nuovi orizzonti dentro Sé e rompere i confini d’equilibrio fuori da Sè.
Chi soffre di vertigini è spesso una persona che non accetta le proprie passioni profonde e, cercando di relegarle in un angolino, fanno esplodere il caos

Acufene: arriva in momenti di passaggio o di profondo cambiamento esistenziale, quando il soggetto deve riassestare il proprio equilibrio, il rumore che spesso infastidisce i pazienti sembra quello scaturito da un turbine di vento, un’energia pulsionale profonda che vuole far emergere nuove emozioni soprattutto quando il sintomo non ha origine organica.

La connotazione diventa sessuale quando al sintomo è associata l’otorrea: in questo caso l’orecchio produce una secrezione con odore particolarmente sgradevole che riconduce all’analogia orecchio-vagina; la sessualità è vissuta male, è vista come qualcosa di sporco, si cerca di spiegare questo passionale impulso a livello razionale, la secrezione mima quella genitale soppressa e negata.

Otalgia: dolore che si manifesta in ogni processo di integrazione, riconduce alla tortura che si passa prima di arrivare ad un nuovo livello conoscitivo, riguarda spesso periodi di crescita (emotiva, spirituale o semplicemente d’età).

Lieve o consistente sordità: sono sicura che a questo possiate arrivare anche voi… avete presente chi non ascolta, chi ha una mamma-padre-coniuge che parla troppo o in modo troppo logorroico? Ecco! La risposta è una “sana” sordità…

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